Indipendenza…si, no… perché?

Jen Grimes con Gloria Gasperi

Indipendenza… si, no… perché?

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INDIPENDENZA… SI, NO… PERCHÉ?

di Gloria Gasperi
Laureata in Scienze Motorie,  fondatrice e direttrice di Pilates E-motion

Quando si pensa al meraviglioso lavoro di Joe Pilates ci si sofferma spesso unicamente sulla tecnica degli esercizi, dimenticando che Joe ha basato il proprio lavoro su una precisa filosofia di vita e di approccio al lavoro, il cui scopo era molto più profondo di un semplice condizionamento fisico, ma era dare al praticante di Contrology un completo e reale benessere, basato sulla coordinazione ed equilibrio tra corpo, mente e spirito e sul raggiungimento della massima funzionalità, felicità e libertà.

Un aspetto molto importante per il reale raggiungimento degli obiettivi desiderati da Joe è l’approccio didattico. Per Joe Pilates era fondamentale che, fin dalle prime lezioni, il cliente fosse indirizzato ad un modo di lavorare che lo rendesse più indipendente possibile ed in tempi più brevi possibili.
Perché questo? Cosa significa esattamente indipendenza? Quali benefici apporta? Quali elementi del Sistema aiutano a sviluppare indipendenza?

Personalmente ho avuto la fortuna e l’onore di avere come insegnante e mentore Jay Grimes, allievo diretto di Joe e Clara Pilates e colui che ha riportato, nel mondo del Pilates classico e non solo, il concetto di indipendenza del cliente tanto voluto da Joe.

Già prima di conoscere Jay, ho sempre desiderato rendere i miei clienti indipendenti e liberi, prima di tutto per una scelta etica. Ritengo che chiunque lavori come operatore sugli altri abbia il dovere etico di rendere la persona libera da sé; nessuna forma di controllo sull’altro è accettabile come forma di educazione.

Oltre a ragioni etiche, ci sono ragioni funzionali poiché l’apprendimento di qualsiasi schema motorio passa per tre fasi: cognitiva, associativa, autonoma.
Se si riempie la testa del cliente di informazioni e correzioni eccessive, lo si tiene sempre in fase cognitiva, nella quale, appunto, viene richiesto uno sforzo cognitivo che impedisce il progredire naturale del processo di apprendimento motorio.
Lo scopo del lavoro non è forzare il corpo in innaturali posizioni ritenute corrette, ma quello di rieducare il corpo e creare le condizioni perché si ricreino le connessioni funzionali tra le parti del corpo che vengono perse nel tempo a causa di cattive abitudini, traumi fisici ed emozionali, mancanza di movimento, educazione motoria viziata e forzata, etc..

Pilates ha inventato un Sistema con una precisa logica, connettendo tra loro gli esercizi e gli apparati. Nel Matwork e nel Reformer abbiamo un ordine degli esercizi prestabilito, che ha lo scopo di muovere il corpo in ogni direzione possibile, in un dato rapporto con la gravità e di costruire e preparare la crescente complessità biomeccanica degli esercizi. La ripetizione della sequenza ha lo scopo di modulare il sistema nervoso e di creare le condizioni per cambiamenti graduali e stabili nel corpo, creando la disponibilità al cambiamento dell’intero sistema corpo. Indipendenza non significa meramente conoscere a memoria gli esercizi, ma permettere all’allievo di essere nel proprio corpo, lavorare al proprio naturale tempo e ritmo, rispettando e beneficiando delle specificità del corpo stesso.

«I cambiamenti avvengono attraverso il movimento ed è il movimento che cura». Queste le parole di Joe Pilates che dovremmo sempre ricordarci per rispettare il suo lavoro e beneficiarne in modo reale, duraturo e naturale.